Questo articolo probabilmente risveglierà in te qualche senso di colpa, quindi se sei in una giornata no ti consiglio vivamente di non continuare la lettura, anche perché dalla domanda che sto per farti deriverà la tua risposta, che deve essere assolutamente sincera.
Sii onesto: hai mai visto tornare indietro un piatto burger, direttamente rispedito nella cucina del tuo locale?
Se la risposta è sì (ed è come immaginavo) dovresti andare ancora più in profondità e domandarti quante volte questo accade mediamente nel tuo locale e leggere queste linee guida e questi suggerimenti per evitare che ciò avvenga.
Partiamo con il dire che ogni cliente ha i propri gusti e le proprie preferenze che tu in qualità di gestore del locale hai il dovere di rispettare. E allora perché cuoci tutti i burger nello stesso modo? Togliere i burger dal frigo e scagliarli sulla griglia o sulla piastra in maniera automatica non è per nulla la strada giusta per ottenere un cliente soddisfatto, che sappia davvero apprezzare la tua cucina.
Ma andiamo con ordine: esistono tre tipi principali di cotture per la carne:
- Al sangue
- Media
- Ben cotta
Quindi la prima cosa da fare è, nel momento in cui viene preso l’ordine, chiedere al cliente quale tra questi tipi di cottura preferisce e agire di conseguenza! Anche se l’hamburger è considerato un piatto fast, non è detto che nella velocità debba risiedere la superficialità. Quindi, armati di pazienza e verifica che per ogni comanda in cucina siano rispettate queste semplici regole:
- Cuoci la carne sempre partendo dalla temperatura ambiente e mai dal frigo
Questo aiuterà il burger a cuocersi nella corretta maniera e avrà un gusto sicuramente più saporito, meno “bollito”.
Assicurati che le piastre o le griglie siano sempre ben calde
- Per ottenere burger al sangue: due minuti per lato
- Per ottenere burger con cottura media: quattro minuti per lato
- Per ottenere burger molto cotti: circa cinque minuti per lato
Così facendo tutte le volte che vedi “tornare al mittente” un piatto a base di hamburger, potrai capire dove è nascosto l’errore e, anche quando il cliente non riesce a spiegarsi adeguatamente, potrai riconoscere gli eventuali sbagli anche dietro a frasi del tipo “è troppo secco” o “non è ben cotto”.
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