Novel food: quanto ne sappiamo davvero noi italiani?
Con il termine novel food si intende quel cibo che non viene consumato con costanza e in modo significativo prima del maggio 1997, l’anno in cui è entrato in vigore- appunto- il regolamento CE 258, grazie al quale si è regolamentato per la prima volta l’immissione sul mercato di nuovi alimenti.
L’argomento è diventato “caldo”, quando -a partire dal 2018, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, ha reso ufficiale il riconoscimento di alcune specie di insetti come vero e proprio alimento da inserire nella alimentazione: in molti paesi di Europa si possono trovare diverse preparazioni e ricette a base di insetti.
Ma quando si parla di novel food non si parla soltanto e unicamente di insetti, ma anche di alghe, funghi e altre tipologie di alimenti prima non contemplate. per quanto riguarda le alghe si fa particolare riferimento all’introduzione dell’alga spirulina o della carne sintetica, di microrganismi o di meduse.
Per introdurre un novel food in Italia, però, la regolamentazione è molto complicata: prima si effettua una procedura di accettazione, poi si passa all’attestazione che si tratti di un novel food “reale”, poi seguono autorizzazione, valutazioni, eventuali obiezioni e, solo in ultimo, c’è la vera e propria immissione.
Ma, al di là delle procedure e delle varie diatribe che ci sono state sulla commercializzazione o meno degli insetti, è fresca la notizia secondo cui gli italiani condannerebbero le politiche UE danneggerebbero il cibo made in Italy. Nell’indagine condotta da Coldiretti è emerso che:
“Un ulteriore esempio è il caso dei novel food, dagli insetti a tavola ai cibi fatti in laboratorio che hanno appena ricevuto il via libera dell’Unione Europea e che potrebbero presto arrivare sugli scaffali dei supermercati. Una novità che non sembra destinata ad essere “digerita” dagli italiani. La possibilità di mangiare ragni e locuste vede, infatti, il 54% dei cittadini contrari, mentre sono indifferenti il 24%, favorevoli il 16% e non risponde il 6%, secondo una indagine Coldiretti/Ixè. Se si considerano invece i cibi addizionati, dal latte trattato con raggi uv all’estratto di cresta di gallo per continuare con il cromo picolinato, a bocciarli sono addirittura l’83% degli italiani, e solo un 17% si dice disposto a mangiare i nuovi alimenti, cui la ricerca attribuisce proprietà salutistiche, secondo un sondaggio on line sul sito www.coldiretti.it.” ( fonte: http://www.italiannetwork.it/news.aspx?id=55332)