Il tema del consumo di carne è delicatissimo e va presidiato in modo corretto.
Attorno alla carne, specie rossa, sono state fatte battaglie accese, negli ultimi anni. Informazione corretta e scorretta si sono unite al trend vegano-vegetariano per indurre tutti i consumatori a consumarne sempre meno. Si aggiungano i temi legati alla sostenibilità ambientale, al rispetto della vita dell’animale, ai problemi legati all’igiene e all’utilizzo dei medicinali… questo mix esplosivo ha visto ridurre il consumo in modo importante.
La Dieta Mediterranea aveva probabilmente bisogno di un “restyling”, che finalmente è stato compiuto.
Oggi si può ragionare in maniera più pacata e accettare che vi siano persone che non mangiano più carne e altre che lo fanno in modo attento, felici di poter assaggiare una buona fettina o un buon hamburger gourmet.
Finalmente il mercato si è assestato, ha espulso da una parte i fornitori-banditi, dall’altra ha visto diminuire i super-integralisti. E così, numeri alla mano, si riscontrano lievi aumenti in tutte le categorie (fonte: Agriumbria):carne rossa (+5%), pollame e maiale (+4%).
A cambiare sono state, in questi anni, anche le tipologie di acquisto: le persone amano e si fidano degli allevamenti italiani, specie di quelli locali e delle produzioni a marchio Dop e Igp. A farsi strada è dunque la carne pregiata, non solo a livello di pezzo, ma anche di origine e selezione.
Questi dati confermano, in maniera indiretta, anche la passione per hamburger e salumi di qualità: oggi non si vende più solo “l’hamburger”, ma “l’hamburger di chianina”, o di scottona, o di cinghiale. Si vende una storia di prestigio, non un taglio di carne.